Il GPL (Gas di Petrolio Liquefatti) è un miscela di idrocarburi gassosi, formata principalmente da propano e butano, che deriva sia dal processo di estrazione del gas naturale, sia dalla raffinazione del greggio.
Il GPL ha questo nome perché i componenti a temperatura ambiente e a pressione atmosferica sono allo stato gassoso: vengono liquefatti mediante compressione a pressioni relativamente modeste, comprese tra 2 e 8 bar, per ridurre l’ingombro e rendere più economico il trasporto. Il vantaggio che si ottiene è rendere la densità della miscela circa 250 volte la sua densità allo stato gassoso, riducendo così il volume a parità di massa (e quindi di energia producibile): questa logica rende possibile l’utilizzo di contenitori a pressione di dimensioni relativamente limitate.
In Italia l’approvvigionamento del prodotto, in parte influenzato dall’andamento del mercato, è determinato per il 53% dall’estrazione di gas naturale nei Paesi dell’area mediterranea. Il restante 47% è ottenuto dalla raffinazione del petrolio, principalmente in impianti nazionali e comunitari.
Il GPL è un’ottima fonte energetica con cui abbiamo a che fare più di quanto immaginiamo: cucinare, scaldarsi, viaggiare in auto, andare in campeggio, prendere un caffè in un bar in inverno all’aperto al calore di un “fungo” per esterno, usare un prodotto spray o andare in barca sono alcune delle svariate attività possibili grazie a questo prodotto.
Questa grande versatilità dipende da una sua facile lavorazione.
Il GPL allo stato gassoso ha una densità superiore a quella dell’aria e ciò gli impedisce di diffondersi nell’atmosfera; in caso di fuoriuscite accidentali tende a concentrarsi ristagnando al suolo e nelle cavità, causando situazioni di accumulo molto pericolose, a rischio di incendio.
Il GPL è di per sé inodore e viene odorizzato con etantiolo, esso gli conferisce un odore forte e acre, in modo che possano essere avvertite eventuali perdite anche senza l’apposita strumentazione (Standard internazionale EN 589; Legge 6 dicembre 1971 n. 1083 – D.M. 7 giugno 1973 – Norma UNI-CIG 7133 edizione dicembre 1994). Oltre a essere inodore, il GPL è anche incolore: per questo la legge obbliga le raffinerie o similari all’aggiunta di un colorante, oltre all’odorizzante.
Il GPL (Gas di Petrolio Liquefatto) è il combustibile più pulito, insieme al gas naturale, tra tutti i combustibili fossili. I gas prodotti dalla sua combustione hanno infatti ridotte emissioni di:
• anidride carbonica (CO2);
• sostanze inquinanti come monossido di carbonio, idrocarburi incombusti, biossido di zolfo, ossidi di azoto, particolato o polveri sottili e composti organici volatili.
Il GPL è considerato in genere come una fonte energetica tra le più pulite, poiché non inquina il suolo, l’acqua e le falde acquifere. Grazie a un basso contenuto di zolfo e a una combustione completa, con modeste quantità di residui, contribuisce a ridurre l’impatto ambientale determinato dall’inquinamento derivante dalla sua combustione, favorendo una migliore qualità dell’aria e una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.